Roma, la
Città eterna, è senza dubbio una delle città più belle ed affascinanti del mondo e, per questo, scrivono le guide, uno dei luoghi da visitare almeno una volta nella vita.
Roma caput mundi. Con questa celebre espressione latina si descriveva la città capitale del mondo allora conosciuto. E di fatto la città non ha mai smesso di esistere: passeggiando in tutto il suo centro storico, accanto ai resti dell’Antica Roma, compaiono infatti le possenti torri di epoca medioevale, chiese e basiliche di epoca rinascimentale, edifici dal pieno gusto barocco, fino alle realizzazioni più moderne.
Innumerevoli itinerari (a tema, a tempo, a mezzo di locomozione) guidano il visitatore alla scoperta dei luoghi millenari di fede (dalle catacombe a da San Pietro, da San Giovanni in Laterano alle altre 900 chiese), dei parchi archeologici (dalle Terme di Caracalle al Colosseo, dal Palatino all’Ara Pacis, all’Appia Antica), dei Palazzi istituzionali (dal Quirinale a Palazzo Chigi, a Palazzo Madama e mille altri), delle fontane monumentali, dei parchi verdi, delle tracce degli artisti mito (Caravaggio, Bernini, eccetera), della modernità (dal quartiere Eur all’Auditorium parco della musica).
La Capitale non è solo un vero e proprio museo a cielo aperto: offre una miriade di attrattive diverse per ogni genere di turista, da quello interessato allo shopping, all'amante della gastronomia romana, delle tradizioni, della musica, del teatro, degli eventi espositivi editoriali.
La Baedeker è una delle guide turistiche più antiche al mondo. L’edizione (in francese) del 1890 della Baedeker dedicata a Rome et ses environs, contiene anche una scheda su Segni, le sue origini, i principali monumenti, la sua posizione “très fort et offrant de belles vues”, e soprattutto l’esplicita indicazione del principale e forse unico albergo allora qui esistente. Tra due parentesi tonde, prima ancora della breve descrizione di questa tappa nelle “montagnes du pays des Volsques”, compare infatti una annotazione in corsivo: locanda di Gaetanino. La guida non dice di più, neanche fornisce l’indirizzo, ma l’indicazione non è infondata. Di questa locanda, infatti, ove aveva alloggiato con gli amici nell’estate del 1858, ne aveva già parlato con dovizia di particolari il viaggiatore americano Henry Perry Leland nel suo Americans in Rome .
Secondo Alessandro Gebbia, che ne ha curato la premessa nella edizione italiana, il libro di Leland si configura come una delle rappresentazioni più originali e meno conosciute della Roma (e dei suoi dintorni) di metà Ottocento. D’altro canto, dice Gebbia, già il titolo - “Maccaroni e Tele” - originariamente usato nella versione a puntate, apparse tra il 1862 e il 1863 nel Continental Monthly, la dice lunga circa il modo con il quale il suo autore decise di rapportarsi con il “vecchio continente” appena scoperto.
Leland, pur appartenendo a quella schiera di viaggiatori americani che a partire dal Settecento si spinsero con il Grand Tour alla scoperto dell’Italia e di se stessi, compiendo un vero e proprio percorso di formazione culturale, a differenza dei numerosi connazionali decise di immergersi con piglio sociologico non già solo nelle vestigia monumentali del passato, quanto nella vita quotidiana della città eterna e di alcuni luoghi vicini. Per la narrazione della sua esperienza adotterà la forma del romanzo, ove così sono descritti i protagonisti all’atto della preparazione del loro viaggio verso Segni:
Al tramonto, come giri per via Condotti, vedi sedie e tavoli messi fuori al Caffè Greco per i clienti. Le stanze interne sono troppo strette. Anche l’Omnibus [vettura a cavalli che svolgeva servizio di linea] non può essere paragonato con la “stanza” creata all’esterno, con il suo soffitto tempestato di stelle e il venticello che allontana il fumo del sigaro; così i clienti abituali siedono tutti fuori.
Ad uno di questi tavoli sedevano Caper, Rocjean e il loro comune amico Dexter, pittori di animali. I tre discutevano sulla possibile meta delle loro vacanze estive. Rocjean sosteneva di voler andare in una cittadina tra le montagne dei Volsci di nome Segni assicurando i suoi amici che due artisti dell’Accademia Francese l’avevano scoperta l’estate precedente. (…)
<<Non dire altro>> disse Caper <<andiamo immediatamente a prenotare i posti per la prossima diligenza che parte per questo paradiso>>.
Dopo due giorni di viaggio ed un pernottamento a Valmontone i tre raggiungono la cittadina lepina. Qui restano per alcuni mesi, cacciando selvaggina, apprezzando la genuina cucina locale, vagando per sagre e fiere, osservando ed indagando i costumi e la vita della piccola comunità. Qualche volta si spingono fino a Frosinone ed oltre, ma sempre rincasano. Si dilettano serenamente, insomma, potendo contare sull’onesta ospitalità del locandiere, Gaetano, inconsapevole precursore della moderna apprezzata ricettività turistica segnina.
Per celebrare quella memorabile escursione dei giovani americani nella nostra cittadina…… l’Albergo La Pace offre ai suoi ospiti:
- Navetta gratis per raggiungere la stazione ferroviaria di Colleferro (da qui in 40’ si arriva nel cuore di Roma)
- Un coupon per un caffè nello storico locale (fondato nel 1760) di via dei Condotti a Roma: l'Antico Caffè Greco